Diario del Festival
   ricerca avanzata

30 ottobre 2003
Nanoscienza e nanotecnologie

Miniaturizzazione estrema e nanotecnologie costituiscono un tema attuale spesso misterioso per il grande pubblico. Tre scienziati di punta hanno cercato di fare un po' di chiarezza nell'incontro alla Biblioteca Berio Nanoscienza, nanotecnologie e l'invasione dei nano…bot. I relatori erano Roberto Cingolani, fisico e direttore del Laboratorio Nazionale di Nanotecnologie dell'INFM (Istituto Nazionale Fisica della Materia), Dante Matteschi, chimico con grande esperienza nel settore delle nanotecnologie, Elisa Molinari direttore del centro S3 dell'INFM a Modena, coordinati da Silvie Coyaud, divulgatrice e giornalista scientifica.

Molinari ha introdotto subito l'ambito nel quale lei e i colleghi operano: la dimensione "nano", in riferimento al nanometro, pari ad un milionesimo di millimetro, qualcosa di infinitamente piccolo. "Mentre i corpi più grandi rispondono alle leggi di Newton, a questo livello, inferiore alla molecola, gli oggetti seguono le leggi della fisica quantistica". La ricerche sulle nanotecnologie mirano infatti a costruire atomo per atomo, molecola per molecola, macchine microscopiche in grado di compiere un lavoro preciso. Non si tratta però di miniaturizzare oggetti elettronici così come li conosciamo adesso. Le macchine così create sono "atomi artificiali" in grado di "auto-organizzarsi". "Due termini che fanno spesso paura – spiega Molinari ma che illustrano processi completamente inoffensivi. In ogni caso noi ricercatori adottiamo un principio di precauzione che limita certe applicazioni fino a che non si è certi che non possano nuocere in alcun modo".
Matteschi illustra invece il progetto al quale sta lavorando, la costruzione di magneti microscopici, partendo da strutture biologiche preesistenti, come la ferretina, modificate per ottenere uno scopo preciso. Le applicazioni consentiranno di aumentare di centinaia di volte la capacità dei supporti magnetici atti ad immagazzinare dati per i computer (hard disk e floppy, per esempio). Lo scienziato conclude con un messaggio rassicurante "E' questa solo una delle possibili applicazioni di queste nanotecnologie, un settore affascinante che rompe i ponti tra le diverse discipline ed inaugura un nuovo modo di fare scienza".
A chiudere la conferenza è Cingolani che, con una sequenza di diapositive commentanti di estrema chiarezza, illustra i progetti seguiti al Laboratorio Nazionale di Nanotecnologie. "Intendiamo aumentare il numero di transistor sul chip di un computer per renderlo infinitamente più veloce, a parità di dimensioni con un sistema convenzionale al silicio, o incredibilmente piccolo, se servisse". L'ispirazione viene sempre dal modello biologico, in particolare dalla struttura in tre dimensioni dei neuroni che si cercherà di replicare su "schede elettroniche biologiche". Ma le possibili applicazioni non si limitano ovviamente all'elettronica: la medicina verrà rivoluzionata, e così le scienze dei materiali avanzati e alcuni settori energetici. "Non è impensabile che tra una ventina di anni molti apparati, frutto di questi studi, si alimentino a materiale organico, anziché corrente elettrica o batterie. E' quindi assolutamente ridicolo - sottolinea Cingolani - temere queste innovazioni. I rischi vengono dall'uso che si fa di questi sistemi, non dalle nanotecnolgie in se stesse".



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