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EVOLUZIONISMO
Una vita meravigliosa
Mauro Capocci
Quando
è scomparso Stephen Jay Gould, nel maggio
del 2002, in molti si sono sentiti orfani. Non solo
tra gli addetti ai lavori, ma nel più vasto
pubblico dei lettori. Gould aveva infatti messo
il suo indubbio talento narrativo al servizio di
una divulgazione scientifica seria ma mai noiosa,
raccogliendo in diversi volumi gli articoli non
accademici scritti in diverse riviste, e pubblicando
saggi scientifici scritti però in modo tale
da essere letti come un romanzo. Il titolo più
rappresentativo è "La vita meravigliosa",
uscito nel 1989 e tradotto in italiano l'anno successivo,
in cui disegnava una storia della vita sulla terra
legata inesorabilmente al caso e alla contingenza:
l'evoluzione dell'essere umano e di tutti gli altri
organismi non è stata affatto necessaria.
Piuttosto, è stata il risultato di circostanze
fortunate, di una lotteria della sopravvivenza che
ha fatto si che centinaia di milioni di anni fa,
un piccolo organismo progenitore dei vertebrati
sopravvivesse alla prima grande estinzione di massa
della storia della pianeta, documentata dai dati
fossili. "Quest'idea della vita" (riutilizzando
il titolo della sua prima raccolta di saggi) andava
quindi contro una visione antropocentrica dell'evoluzione,
che vedeva nell'Homo sapiens il necessario punto
di arrivo di questo processo.
Il contributo di Gould non si limitò però
a questo aspetto: la sua prima apparizione nell'agone
scientifico risale agli anni Settanta, quando insieme
a Niles Eldredge (presente all'incontro che si terrà
al Festival della Scienza dedicato proprio a Gould)
pubblicò un breve ma dirompente articolo
in cui si metteva in dubbio l'ortodossia del darwinismo:
l'evoluzione non è graduale, lineare e costante,
ma piuttosto nella storia delle specie lunghi periodi
di stasi si alternando a brevi periodi di cambiamento
evolutivo. Questa teoria chiamata degli "equilibri
punteggiati", era sostanzialmente basata sull'interpretazione
dei dati fossili, ma aveva importanti conseguenze
per la teoria dell'evoluzione per selezione naturale
nel suo complesso. In particolare, apriva la strada
all'idea gli organismi potrebbero non essere l'unico
oggetto di selezione (ad esempio, si potrebbe ipotizzare
che le specie, considerate come individui, siano
selezionate in base a caratteristiche loro proprie)
e che la selezione non fosse l'unico meccanismo
evolutivo. Nel 1979, insieme al genetista Richard
Lewontin, sviluppò quest'idea in un altro
articolo destinato a suscitare aspre controversie,
"I
pennacchi di San Marco e il paradigma di Pangloss",
che criticava i programmi di ricerca che cercavano
sempre una spiegazione adattativa per i caratteri
degli organismi. Un po' come pensare che il naso
si sia evoluto per permettere l'uso degli occhiali.
Al contrario, spesso i caratteri sono dei sottoprodotti
di altri processi, che vengono riadattati a nuove
funzioni. L'esempio architettonico di Gould e Lewontin
è evocativo: la cupola di San Marco a Venezia,
nello scendere verso le colonne dei quattro angoli,
forma quattro spazi triangolari. In questi quattro
spazi – pennacchi o lunette – vi sono
ora raffigurati i quattro evangelisti. Ma queste
nicchie furono create per necessità architettoniche,
e poi riutilizzate. Questa metafora ci mostra dunque
come non tutto nasca direttamente come adattamento
selettivo.
Queste critiche Gould le ha portate avanti per decenni
in compagnia soprattutto dei colleghi Niles Eldredge
e Elizabeth Vrba, entrambi paleontologi (come lo
stesso Gould), cui è dedicato il massiccio
volume che verrà presentato sabato 1°
novembre: "che si possa essere sempre i Tre
Moschettieri".
La morte prematura di Gould ha purtroppo reso "La
struttura della teoria dell'evoluzione" un
vero e proprio testamento intellettuale. Migliaia
di pagine che condensano decenni di ricerca e di
analisi delle questioni scientifiche, logiche ed
epistemologiche cresciute intorno al darwinismo,
spesso grazie agli stimoli dello stesso Gould. L'incontro,
con il ricco ventaglio di ospiti, sarà dunque
una ghiotta occasione di vedere da vicino i protagonisti
dell'evoluzione del pensiero evoluzionista, per
poi meglio comprendere il senso di questa grande
– in tutti i sensi – opera. |
Una
vita meravigliosa. Le teorie dell'evoluzione dopo Stephen
J. Gould
Sabato 1 novembre 2003
Palazzo Ducale. Sala Maggior Consiglio
Ore 15.00
Testi © Galileo 1996-2003. Tutti i diritti riservati.
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