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MATEMATICA
Il fantastico mondo di Escher
Marco Motta

Arte e scienza hanno trovato nelle opere di Maurits Cornelis Escher un felice connubio, che ha portato all'artista grafico olandese negli ultimi decenni una crescente popolarità, al punto da renderlo un fenomeno di massa che ha suscitato non poche diffidenze tra i critici d'arte, in particolare italiani. Una sintesi che ora ha trovato espressione anche in una lettura cinematografica, risultato di un lungo lavoro durato più di due decenni, "Il fantastico mondo di Escher" per la regia di Michele Emmer, docente di matematica alla Sapienza di Roma, ispiratore degli annuali incontri di "Matematica e cultura" di Venezia e uno dei più profondi conoscitori dell'opera del grafico olandese.

Professor Emmer, perché un film su Escher?

"Devo dire innanzitutto che ho sentito naturale proseguire lungo un filone inaugurato da mio padre, che aveva realizzato un film sul ciclo di Giotto alla Cappella degli Scrovegni, cui lo stesso Escher fa riferimento nella sua celebre opera "Metamorfosi". Proprio commentando questa sua opera nello scritto "Divisioni regolari del piano", Escher stesso suggerisce una lettura cinematografica delle sue litografie. Infine bisogna pensare al vantaggio che il punto di vista della macchina da presa ha nel far emergere i particolari che abitualmente ci sfuggono".

Come mai la preparazione del film ha richiesto tanto tempo?

"I problemi emersi nella realizzazione delle animazioni non sono indifferenti. La tecnica è consistita nel procedere inversamente, partendo dall'immagine finale e poi togliendo volta a volta le parti precedentemente ritagliate dell'opera per produrre il movimento. La litografia veniva coperta dopo ogni modifica da una lastra di vetro. Per raggiungere questo risultato è stato necessario un lavoro certosino e in molti casi la ripetizione della procedura".

Oltre alle animazioni, corredate da musiche, nel film vi sono anche brani di interviste.

"Sì, soprattutto compaiono Roger Penrose e Harold Scott McDonald Coxeter, quest'ultimo scomparso nel marzo di quest'anno, che raccontano l'incontro con Escher che ebbe grossa influenza sulla sua produzione successiva e portò alla realizzazione delle celebri litografie che sfruttano le scoperte dei due matematici, rispettivamente sugli oggetti impossibili, come il triangolo di Penrose, e sulla geometria iperbolica".

Un periodo di grande interesse, il nostro, nei confronti della matematica.

"In effetti negli ultimi anni è stato un crescendo di attenzioni per questa disciplina, anche se con modalità diverse, da quelle magari più facilmente fruibili perché inserite in una storia, come "A Beautiful Mind", a quelle che invece si concentrano sul linguaggio, come nel caso di "Infinities". D'altronde anche la creatività dei matematici è stata fiorente negli ultimi trent'anni e ha portato a nuove forme e nuove immagini. E non dimentichiamo che la nascita della computer graphics è strettamente intrecciata con le opere di Escher: il primo esperimento realizzato nei Bell Laboratories venne compiuto con "La scala impossibile". Ma presumo che lui non avrebbe amato la computer graphics. Era invece un sostenitore della riproduzione delle sue opere, che infatti realizzava in alcune centinaia di copie".

In Italia, soprattutto nel recente passato, molti critici sono stati restii a riconoscere in Escher un'artista.

"Sinceramente trovo irrilevante la questione: Escher è stato senz'altro uno dei più grandi grafici del secolo scorso e ha avuto una grossa influenza sulla cultura del '900. E varrebbe la pena indagare come le idee visive di Escher abbiano influenzato molti artisti".

Il fantastico mondo di Escher
Venerdì 31 ottobre 2003
Histoire Café Garibaldi
Ore 17.00



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