La lente di Galileo: Approfondimenti sul Festival
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DONNE
Storie appassionate di grandi scienziate
Adriana Albini

Il festival di Genova vuole fare emergere anche il contributo delle ricercatrici che sempre più popolano i laboratori di chimica, fisica, e biomedicina italiani e di tutto il mondo. Il numero di ricercatrici che, come propria scelta di vita, dedicano anima e corpo alla battaglia per l'ampliamento delle frontiere della conoscenza, aumenta sempre più. Lavorano molto spesso dietro le quinte, meno coinvolte in politica e promozione della propria immagine dei propri colleghi uomini, ma non per questo meno creative... anzi! La presenza di questo esercito meno blasonato rispetto a quello maschile, ma estremamente coinvolto e produttivo è attestato dalle numerose pubblicazioni su riviste scientifiche autorevoli firmate da 'donne' scienziate.

La tavola rotonda programmata all'interno del Festival della Scienza affronta presente e passato del coinvolgimento femminile nella scienza. Non poteva mancare, per la scienza d'oggi, Manuela Arata, ideatrice e presidente del manifestazione genovese. E' protagonista in prima persona della grande avventura dell'Istituto Nazionale di Fisica della Materia, di cui divenne Direttore Generale nel 1995, un ente di ricerca che si è contraddistinto per i suoi contributi all'innovazione sui materiali e ha avuto, grazie a lei, il suo epicentro proprio a Genova, e rappresenta una struttura di punta in Liguria.
Altra persona di primo piano nella ricerca è Elisa Molinari, esperta mondiale di nanotecnologie, forse il campo della fisica che più appassiona il pubblico. Laureata in Fisica, è professore universitario a Modena dove dirige il centro di nanostrutture e biosistemi dell'INFM. Il suo impegno per la questione femminile nella ricerca si è concretizzato, tra le altre cose, nell'organizzazione di una conferenza a Parigi su "Donne nella fisica". Ancora una fisica, la terza, è Simona Cerrato, redattrice di Ulisse e ideatrice della collana Donne e Scienza. Di comunicazione si occupa anche Sylvie Coyaud, giornalista francese residente a Milano che conduce rubriche televisive e scrive per varie riviste. Sara Sesti è matematica, curatrice del sito web della Libera Università delle donne di Milano si occupa di vite di donne, sia attraverso mostre, come quella da lei curata "Scienziate di occidente, due secoli di storia", sia con la scrittura, avendo raccolto le biografie di 55 scienziate dal passato ai nostri giorni. Infine, la sottoscritta è chimico, direttore del laboratorio di Oncologia Molecolare dell'Istituto Tumori, struttura in questo momento impegnata a difendere i valori della ricerca. Segue la ricerca oncologica al femminile come rappresentante europea dell'associazione internazionale "WICR-Donne nella ricerca sul cancro".

Ma il clou del pomeriggio è l'aspetto... letterario, curato da Editoriale Scienza.
Esistono degli esempi affascinanti di donne scienziato nella storia, parliamo di persone speciali come Marie Curie e Lise Meitner, e in tempi più recenti Rita Levi Montalcini o Margherita Hack. Il Festival offre le testimonianze di queste pioniere presentando una nuova collana, promossa da Editoriale Scienza, responsabile Helene Stavro: Donne nella scienza, con una peculiarità: è stata ideata, scritta e illustrata da donne. Così sono le donne a rivivere nella loro immaginazione l'avventura creativa e umana, le soddisfazioni e le incertezze, i sentimenti, la vita in famiglia, i rapporti amichevoli o contrastati con i colleghi, con le altre donne. Emergono personalità ben diverse da quelle che si potrebbero immaginare, piuttosto che algide creature interessate solo alle loro provette, conosciamo nature complesse e commoventi, nelle quali immedesimarsi.

Proprio per dar voce a queste signore della ricerca un'attrice di teatro, Daniela Fabbri leggerà e reciterà brani dei primi libri della collana, uno su Lise Meitner e l'altro su Irene e Marie Curie. La prima, fisica austriaca, nacque nel 1878. Fu allieva di Boltzmann, alla morte del quale si trasferì a Berlino dove lavorò prima all'istituto diretto da Max Planck e poi al Kaiser Wilhem Institut. Strinse amicizia con Otto Hahn, chimico coinvolto nello studio della radioattività. E per prima fornì l'interpretazione esatta della fissione nucleare dimostrando il suo talento innovativo nella fisica atomica. Lise dovette però affrontare numerose difficoltà dovute al regnante "antifemminismo" scientifico. Per molti anni lavorò senza essere pagata e nello scantinato dell'istituto. Ci vollero anni e molti incontestabili successi scientifici prima che le venisse offerto uno stipendio come assistente di Planck e poi al Kaiser Wilhelm Institut. Ebrea di nascita, le sue ricerche furono interrotte dall'avvento del regime nazista: nel 1933 le venne tolta l'autorizzazione all'insegnamento e nel 1938 dovette fuggire in Svezia. Lise Meitner oltre alla ricerca scientifica, si dedicò ad attività civili e sociali per la pace e in difesa dei diritti delle donne. Morì a Cambridge nel 1968. Nonostante collaborasse con Hahn e avesse intuito per prima che l'uranio, colpito dai neutroni, si divideva in due elementi più leggeri, liberando energia, il suo ruolo nella scoperta non venne pubblicamente riconosciuto. Il premio Nobel per la scoperta della fissione nucleare andò infatti nel 1944 al solo Hahn.

Un destino simile a quello di Rosalind Franklin, che nel 1952 con le sue fotografie a raggi X suggerì la forma a spirale della molecola di Dna ma il riconoscimento fu diviso, con Watson e Crick, dal suo collega 'in pantaloni' Maurice Wilkins.
Più fortunata fu Marie Skodolowska Curie, insignita del Nobel per la fisica nel 1903 con il marito Pierre Curie, per la scoperta del radio, successo che raddoppiò quando le venne assegnato quello per la chimica nel 1911. Lo stesso ambito traguardo fu raggiunto dalla figlia Irene Joliot Curie, Nobel per la chimica nel 1935 col marito Fréderic Joliot, per la scoperta della radioattività artificiale. E' di Maria e Irene Curie che si occupa il secondo 'romanzo', scritto da Simona Cerrato.

Le difficoltà di riconoscimento alle scoperte femminili vengono ben rappresentate proprio dalla storia dei Nobel nel settore scientifico: quasi 500 premiati e di questi poco più di dieci donne. Ancora oggi, si legge sul sito web del festival, la scienza rimane un mondo prevalentemente maschile. Speriamo che, grazie anche a questa iniziativa, le nuvole si diradino sulle difficoltà di affermazione nella ricerca dell'altra... metà del cielo.

Donne e scienza
Giovedì 30 ottobre 2003
Biblioteca Berio
Ore 19.00



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