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26
ottobre 2003
Cavalli Sforza star del Festival
Laura Santini
Giorno
dopo giorno il Festival crea le sue star. Ieri,
sabato 25 ottobre, è stata la volta di Luigi
Luca Cavalli Sforza. Si è compiuto
"il miracolo del Festival", ha annunciato
lo scienziato nel vedere l'ampia e sontuosa Sala
del Maggior Consiglio, di Palazzo Ducale, gremita
di persone: Mai avrei pensato di vederla piena.
Cavalli Sforza ha esordito sottolineando l' eccellenza
e l'eccezionalità del Festival, il primo,
non solo in Europa, ma nel mondo. "Neppure
gli americani hanno una manifestazione sulla scienza
di questa portata", ha continuato Cavalli
Sforza, "e spero che sarà imitato
largamente perché se è vero che c'è
un pubblico per la cultura, non esiste ancora un
pubblico per la scienza e questo tipo di manifestazione
può farlo nascere". Lo scienziato
ha affrontato il tema Perché
la scienza? Cinquant'anni di ricerca sull'evoluzione
umana, proponendo la storia di un uomo,
un ricercatore: la sua.
"Il lavoro sull'evoluzione ha dimostrato
che l'uomo è diventato quello che è
oggi, grazie alla sua curiosità e alla sua
capacità di applicarla sviluppando la tecnica,
che ne ha migliorato la vita. I primi strumenti
li ha creati per facilitare la caccia e per rompere
le ossa di animale". Partendo dalla sua
biografia, Cavalli Sforza ha raccontato i suoi primissimi
passi in un modo che gli era completamente estraneo.
Nato a Genova, con un padre che lavorava nella pubblicità
e la madre laureata in Lettere, lo scienziato non
fu incoraggiato allo studio delle materie scientifiche,
al contrario la madre lo avvertì: "non
ci sono stipendi in quel campo"; né
lo stimolò la scuola che gli presentava la
scienza con termini difficili, presto dimenticati
dai ragazzi cosa che succede ancora oggi. Sul linguaggio
scientifico e i metodi scolastici, Cavalli Sforza
si è soffermato in più momenti della
sua relazione-racconto criticandone la natura ostile
che impedisce la divulgazione invece di sostenerla.
Nel corso della sua vita, lo scienziato ha conosciuto
la fortuna e il caso a cui ha associato il lavoro
e la determinazione. Per la genetica il caso - che
è la mutazione (novità genetica) -
e la selezione naturale sono le due grandi categorie
di studio e ricerca. Ma mentre la selezione naturale
è un fenomeno necessario e scarsamente prevedibile,
il caso, la mutazione, si possono sottoporre a calcoli.
Cavalli Sforza cominciò per caso lo studio
della genetica dei batteri, durante la seconda guerra
mondiale. Nel '52 ottenne il primo importante risultato,
ne scoprì il sesso. Da quel momento la ricerca
in quel campo decollò soprattutto nei centri
all'estero e lo scienziato restò isolato.
Decise quindi di dedicarsi a un altro ambito a quell'epoca
poco frequentato: la genetica umana. Da questi primi
passi è partita la sua lunga carriera, che
lo ha visto pioniere in campi nuovi. Proprio in
questi "gap" della ricerca, Cavalli Sforza
ha impiegato la sua curiosità e le sue energie
e dato importanti contributi.
Con un ciclo di diapositive che ha spiegato l'importanza
della deriva genetica, in precedenza considerato
elemento di scarsa rilevanza, Cavalli Sforza ha
prolungato il suo intervento, con il vivo consenso
del pubblico, illustrando l'espansione dei popoli
e lo studio delle "mutazioni vantaggiose",
che hanno portato importanti cambiamenti e determinato
l'evoluzione biologica dell'uomo che ha le sue radici
più antiche nell'Africa orientale. |
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25 ottobre
2003
Le meraviglie della scienza
Giorgio Boratto
Quando l'animazione scientifica diventa gioco. Nel
Munizioniere del Ducale la mostra che svela la realtà
delle cose.
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23 ottobre 2003
Scienza e Arte
Giulio Nepi
Alla Berio una mostra degli studenti dell'Accademia
indaga le forme della luce. Il programma delle esposizioni
del Festival della scienza.
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23 ottobre 2003
Festival della Scienza,
primo atto
Si è aperta la manifestazione che per quindici
giorni porterà la cultura scientifica fra
le strade e la gente. Dal Ducale un corteo giocoso.
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