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25
ottobre 2003
Celle a combustibile per auto elettriche
Rendere
l'aria più respirabile e il nostro pianeta
meno inquinato è sicuramente il grande obiettivo
che la scienza persegue con tenacia. In modo particolare,
negli ultimi decenni, si parla molto di possibili
alternative al vecchio motore a scoppio. Auto elettriche,
ad idrogeno, ad energia solare. Nessuna di queste
soluzioni si è dimostrata ancora in grado
di sostituire gli idrocarburi come principale fonte
di energia. Il Festival della Scienza ha
affrontato questi problemi con Giulio Alberti
e Davide Barreca i quali, dopo
la loro conferenza,
sono stati a lungo a disposizione per rispondere
alle molte domande del pubblico che si è
dimostrato attento e sensibile all'argomento.
Le celle a combustibile sono in grado di fornire
elettricità tramite una reazione chimica,
senza alcun movimento meccanico e, se alimentate
ad idrogeno, non emettono sostanze inquinanti. Il
primo problema da affrontare riguarda proprio l'idrogeno
che, essendo difficilmente trasportabile e altamente
infiammabile, risulta una sostanza a dir poco scomoda
da utilizzare. Il compromesso possibile consiste
nell'utilizzo del classico metanolo, dal quale,
tramite un processo di reforming, si riesce
ad ottenere l'idrogeno da inserire nella cella a
combustibile. In questo modo si potrebbero utilizzare
le attuali modalità di distribuzione del
carburante e gli stessi serbatoi delle nostre auto.
Il problema è che così si producono
ancora alcune sostanze inquinanti, anche se in quantità
decisamente inferiori rispetto alle attuali. Questo
genere di procedimento è già fattibile
per quanto riguarda l'energia portatile.
A breve potremo avere delle batterie per i telefoni
cellulari praticamente eterne, che hanno bisogno
solo di essere ricaricate di acquametanolo (metanolo
liquido) per offrirci tutta l'energia della quale
abbiamo bisogno.
Il discorso si fa più complicato quando diventa
ingente la dose di energia richiesta. Nel caso dell'automobile
in questi ultimi anni alcune delle principali case
automobilistiche – evento molto raro –
hanno finanziato direttamente una ricerca "esterna",
nelle Università. La cella a combustibile
ideale dovrebbe riuscire a saltare il processo di
reforming. In questa direzione si sta lavorando
sulla membrana della cella, che deve mantenere
alcuni requisiti costanti di temperatura (120°
C) e il 25% di umidità relativa. Nel caso
di elettricità stazionaria, ovvero quella
per le abitazioni e per le fabbriche, la direzione
seguita è quella della riduzione della temperatura
necessaria per il processo. Infatti le temperature
troppo elevate rendono facilmente deteriorabili
i materiali utilizzati per la costruzione della
cella stessa.
Il lavoro di ricerca sulle celle a combustibile
è completamente diverso a seconda dei diversi
utilizzi dell'energia prodotta.
"Entro pochi anni sono sicuro che avremo le
prime auto che funzionano con questo principio –
afferma Alberti –. Si inizierà con
i centri metropolitani che sono il luogo dove il
problema inquinamento è più sentito".
Gli ostacoli sono tecnici (trovare la "membrana
sogno", quella perfetta) e specialmente economici.
Infatti, tuttora, utilizzando questa tecnologia,
si supera il costo di mille dollari a Kw. Ma ormai
il processo è partito e sta dando risultati
di anno in anno più incoraggianti, le case
automobilistiche attendono che si arrivi ad un livello
base molto alto, in modo tale da non subire gli
inconvenienti provocati dai continui aggiornamenti
tecnologici, come è avvenuto nel mondo dei
PC. Non c'è dubbio che questo sia il compromesso
migliore, tra le energie alternative e la realtà
attuale. Una strada realmente percorribile e in
grado di mostrare i suoi risultati immediati. |
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