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24
ottobre 2003
Mendel e l'invasione degli OGM
Luca
Novelli, davanti ad un pubblico variegato,
ha raccontato la sua decennale attività di
fumettista e scrittore scientifico, soffermandosi
in modo particolare sul suo libro per ragazzi Mendel
e l'invasione degli OGM.
Novelli, in questi ultimi anni, ha abbandonato la
strada da vignettista, che l'ha reso celebre con
la striscia Il laureato, per indirizzarsi
verso la divulgazione dedicata ai giovanissimi,
realizzando una serie di ritratti biografici dei
grandi scienziati. Ha iniziato questa operazione
occupandosi della figura di Alessandro Volta, per
poi passare attraverso i nomi di Mendel, Darwin,
Einstein e ora Leonardo Da Vinci.
Ognuno di questi libri, editi dalla Editoriale Scienze
di Trieste, consiste in una sorta di autobiografia,
nella quale, grazie ad un mix di disegni di Novelli
e di un'iconografia autentica, lo scienziato di
turno si racconta in prima persona, con un'attenzione
particolare al periodo dell'infanzia, alle prime
dimostrazioni delle abilità scientifiche:
"Così come il Leonardo ragazzino aveva
come stimolo i meccanismi dei mulini presenti nella
sua terra – racconta Luca Novelli –
così Mendel crescendo in una famiglia contadina
dell'ottocento, assisteva ogni giorno agli innesti
delle piante ed alla selezione delle pecore migliori
da far riprodurre". Ogni biografia viene collocata
all'interno del suo periodo storico associandola
con le altre scoperte e innovazioni che hanno segnato
le rispettive epoche. Questa serie di libri ha avuto
un incredibile diffusione in tutto il mondo con
traduzioni in ogni lingua, compreso l'arabo e il
coreano. "Mendel è certamente il
personaggio più difficile del quale mi sono
occupato – ha precisato l'autore – ha
trascorso una vita poco affascinante, densa di bocciature
e di fallimenti, basti pensare che i suoi studi
sono stati rivalutati e riconosciuti solo anni dopo
la sua morte. Era una persona che si è sempre
sentita inadeguata, specialmente per la sua appartenenza
ad una classe sociale disagiata. Ma occupandomi
di lui sono riuscito in qualche modo a carpire il
suo lato più simpatico". La svolta nella
vita di Mendel è avvenuta con l'ingresso
nel Convento di San Tommaso, dove ha potuto dedicarsi
interamente agli studi scientifici. È in
questa occasione che ha iniziato a riflettere sull'ereditarietà,
utilizzando in un primo momento i topi per i suoi
esperimenti – un record nella ricerca scientifica
– per poi passare ai famosi piselli a seguito
delle lamentele dei monaci. I risultati della sua
ricerca furono stampati in un centinaio di copie
che Mendel stesso consegnò a eminenti studiosi,
i quali non li presero considerazione. Oggi la moderna
ingegneria genetica riscopre in maniera massiccia
questi esperimenti, in modo particolare per la sua
idea di utilizzare la tecnologia per il miglioramento
della produzione.
Il Festival della Scienza omaggia Mendel
con la mostra Mendel,
il genio della genetica nella quale
sono esposti, per la prima volta in Italia, la sua
attrezzatura ed i suoi registri. Questo allestimento,
realizzato con contributo della Compagnia
di San Paolo, si articola in quattro sezioni.
La prima è dedicata al retroterra culturale
di Mendel; la seconda al suo percorso scientifico
e al metodo di ricerca; la terza ai suoi esperimenti,
queste sezioni sono curate da Martin Kemp
e Marina Fallace. La quarta parte
di questo percorso indaga, invece, nei rapporti
tra la scienza e l'arte. Questa sezione, curata
per l'edizione italiana da Bartolomeo Pietromarchi,
affianca agli studi del genetista le opere degli
artisti contemporanei. |
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