Diario del Festival
   ricerca avanzata

27 ottobre 2003
Il matrimonio impossibile?

Una tavola rotonda particolarmente interessante ha avuto luogo oggi alle ore 16 al Centro Convegni AMGA. Il tema è d'attualità, si tratta del rapporto tra Scienza e Comunicazione. La giornalista radiofonica Rossella Panarese ha coordinato gli interventi di sei addetti ai lavori che si sono impegnati ad affrontare i temi della divulgazione scientifica e dell'etica giornalistica.
Roberto Satolli, uno dei fondatori dell'agenzia di giornalismo scientifico Zadig, ha ricordato come la divulgazione sia una traduzione, un modo di dire la stessa cosa tramite un'approssimazione per poi distinguerla dal giornalismo che consiste, invece, in un'informazione critica. Un giornalista non deve essere un divulgatore, ovvero un semplice portavoce, ma deve avere le competenze per esprimere un giudizio sulla notizia scientifica. In modo particolare deve evidenziare come oggi la ricerca sia dettata da interessi economici.
Piero Bianucci ha portato la sua esperienza di caporedattore a La Stampa dove da sedici anni è il responsabile del supplemento Tuttoscienze. Le strade da seguire sono, secondo lui, la chiarezza e la capacità di divulgazione, ad ogni livello. Infatti, anche tra specialisti e ricercatori c'è un problema di comunicazione. I giornali sono interessati non a "vere" notizie scientifiche, ma a notizie carine e divertenti. La scienza, che è per principio più interessante della politica e dell'economia, trova pochissimo spazio sui mezzi di comunicazione.
Renzo Tomatis, oncologo di fama mondiale, si è soffermato sull'importanza della comunicazione per i ricercatori. L'invasione dell'interesse economico nei grandi campi della ricerca, con finanziamenti che giungono da privati e dalle donazioni, obbligano il ricercatore a procacciare il denaro pubblicizzando il lavoro svolto. Spesso però, per creare una notizia, danno per certezze scientifiche dei risultati non ancora pienamente verificati.
Il problema dello scienziato che si deve aprire al mondo della comunicazione è stato affrontato anche da Gianni Fochi, ricercatore in chimica presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Ci dovrebbero essere più scienziati disposti a fare divulgazione. Inoltre, dovrebbero ricevere un compenso più dignitoso per le apparizioni sul piccolo schermo.
Ma esiste una figura professionale in grado di trasmettere notizie scientifiche? Gianna Milano si è specializzata in giornalismo scientifico all'Università di New York e da sedici anni si occupa di divulgazione per Panorama. Il giornalista deve conoscere cosa sta scrivendo e deve essere in grado di procurarsi degli elementi di verifica per ogni notizia. I lettori si aspettano molto dalla scienza e il giornalista non dovrebbe dare false speranze o paure immotivate. Gli scienziati ora come non mai, tentano in qualunque modo di avere una visibilità, ogni istituto di ricerca ha un ufficio stampa che fa pressioni sui mezzi di comunicazione. È fondamentale una deontologia di correttezza e ricerca della verità. Il giornalista non deve cadere in un conflitto d'interessi accettando, ad esempio, le offerte delle industrie farmaceutiche che offrono conferenze stampa in località esotiche. Proprio per creare figure professionali nel campo della comunicazione scientifica, Pietro Greco ha parlato del suo ruolo di vicedirettore del Master in Comunicazione della scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste. Un corso post-laurea per consentire agli scienziati di conoscere le tecniche comunicative, scientifiche e tecnologiche necessarie per fare una divulgazione corretta e disinteressata.



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