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26
ottobre 2003
Anarchia e libero arbitrio
E'
possibile che alcuni registi, con i loro film, abbiano
preceduto gli studi sulle lesioni cerebrali? Per
Sergio
Della Sala è successo proprio
così. Il docente in Neuropsicologia all'Università
di Aberdeen ha mostrato – in una sala Liguria
Spazio Aperto affollatissima – alcune
sequenze di film, dove i personaggi sembrano affetti
da patologie ai moduli cerebrali. Patologie riconosciute
ufficialmente solo in anni recenti.
Ecco quindi la sirenetta utilizzare la
forchetta come un pettine, manifestando così
problemi al modulo per riconoscere gli utensili;
Massimo Troisi, invece, non riesce a mimare correttamente
un oggetto e Eduardo De Filippo in "Natale
in casa campiello" ha difficoltà a riconoscere
i volti dei suoi cari.
Questi, ha spiegato Sergio Della Sala, sono tutti
comportamenti causati da lesioni alla parte posteriore
del cervello, nella quale si sono incentrati gli
studi sui moduli. La parte anteriore, invece, sino
agli anni '70 è stata ritenuta inutile. Per
molti anni, quindi, si è pensato che i lobi
frontali non avessero alcuna funzione, che per le
persone averlo o non averlo non portasse variazioni
all'intelletto. L'uso della lobotomia a scopo medico
è figlia di questo pensiero. Si praticava
la lobotomia al lobo frontale perché si riteneva
che questo cambiasse unicamente il comportamento,
senza intaccare altro.
Ora si sa che anche il lobo frontale ha funzioni
fondamentali e che in queste regioni anteriori del
cervello ci sono dei moduli ben definiti. Lo dimostrano
i movimenti compiuti senza accorgersene: ci sono
persone che compiono gesti, non voluti ma ben eseguiti,
con una mano, mentre l'altra mano è impegnata
a bloccare questi movimenti. Questa sindrome si
chiama "mano anarchica" ma, con un riferimento
cinematografico, è nota anche come "sindrome
del dottor Stranamore" in ricordo del personaggio
interpretato da Peter Sellers che a stento riusciva
a bloccare, con una mano, il saluto nazista effettuato
dall'altra.
La persona affetta da questa patologia non è
in grado di inibire i gesti, ha due volontà
che competono tra di loro. Il lobo anteriore si
può dividere in due parti. Una parte esterna,
chiamata laterale, che risponde direttamente agli
stimoli ambientali, come l'afferrare un oggetto.
E una parte mediale che inibisce i gesti stimolati
dall'ambiente.
Nel caso della mano anarchica questa zona mediale
è in parte lesa. Il paziente si ritrova,
da un lato, alla mercé dell'ambiente, mentre
dall'altro la parte sana tenta di mitigare queste
azioni. Ecco spiegato il conflitto tra le due mani.
Quando la zona mediale è interamente lesa,
allora ci si ritrova davanti a un caso di "comportamento
da utilizzazione". Non c'è più
un conflitto interno al paziente, non c'è
nessuna forma di inibizione. Il paziente reagisce
solo all'ambiente esterno utilizzando tutto ciò
che vede. Quindi, anche sul lobo frontale, vi sono
dei moduli che ci permettono di costruire e di inibire
le nostre azioni e l'esistenza di un "comportamento
di utilizzazione" può mettere addirittura
in discussione la nozione di libero arbitrio.
Nella foto in alto il Dr. Stranamore |
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