Diario del Festival
   ricerca avanzata

28 ottobre 2003
Boncinelli va oltre la biologia
Laura Santini

"La scienza scompone ciò che è complesso in una serie di cose semplici. La parte più difficile e noiosa è la ricostruzione che non sempre riesce", così ha concluso la sua conferenza Edoardo Boncinelli, figura poliedrica di scienziato e direttore della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste (SISSA), dopo aver risposto alle innumerevoli domande che lo hanno trattenuto molto oltre il suo intervento.
Fisico di formazione, passato alla biologia, Boncinelli ha ricordato le molte tappe segnate dalla ricerca in campo genetico, ma accanto ai risultati raggiunti lo scienziato ha anche chiaramente indicato quello che ancora non si è capito, non si è scoperto, o non si è saputo leggere. Sappiamo che la vita sulla terra si genera solo dalle cellule e che in ogni cellula ci sono informazioni di ogni genere. In particolare, per gli esseri umani le informazioni sono scritte su un materiale specifico, il DNA, che è un testo lineare di sole quattro lettere, ma costituito da più di tre miliardi di caratteri. Ultimamente è stato decifrato per intero e oggi potenzialmente, mettendo i dati sul computer, sarebbe possibile leggerlo tutto. Il problema è che al momento si è in grado di capirne soltanto il 2 o 3 per cento, il che significa che per il restante 97 % c'è il buio completo. Rispetto ai geni, Boncinelli ha spiegato che si suddividono tra geni semplici (monofattoriali) e multifattoriali: i primi si conoscono quasi tutti, perché sono geni con effetti immediati, sui secondi c'è ancora molto da lavorare. "Nell'evoluzione umana", Boncinelli ha sottolineato, "oltre ai geni, sono fondamentali le influenze ambientali, quindi l'indagine va spinta oltre, anche perché forse al di là dei geni semplici e di quelli multifattoriali ci può essere qualcos'altro, che oggi non sappiamo neppure immaginare. A priori, quanto è genetico e quanto è ambientale non è determinabile."

I problemi da affrontare sono moltissimi e come ha ripetuto più volte Boncinelli, è solo attraverso uno sforzo collettivo, spesso addirittura grazie a studi di altro tipo che confrontati e riutilizzati si arriva là dove sembrava impensabile approdare. "Se l'uomo è quello che è lo deve alla sua capacità di comunicare con i suoi simili. Bisogna collaborare. Da soli non si fa nulla. È un'abitudine che va praticata fin da bambini. E l'ennesimo esempio di lavoro collettivo ben riuscito è sotto i nostri occhi proprio adesso, con questa manifestazione, che è un'iniziativa estremamente notevole nel suo suscitare l'interesse verso argomenti spesso ritenuti difficili e fornendo una motivazione ai giovani per entrare nella ricerca. C'è ancora molto spazio, ma soprattutto non abbiamo ancora idea di cosa scopriremo domani". L'appello dello scienziato ha colpito una platea in cui forte era la presenza di ragazzi e di mamme con figli, e sono stati proprio i molti giovani intervenuti a sottoporre quesiti, anche molto specifici allo scienziato. Boncinelli, riferendosi ai limiti della divulgazione scientifica e dei media, ha parlato di "rumore" difficilmente contrastabile e ha aggiunto: "Le parole della chiarezza non la possono mai vincere sulle parole della confusione".



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